Style
by Barbara Ronchi della Rocca
February 25, 2021
Un anno fa o poco più una nuova parola entrava tristemente a far parte del nostro linguaggio comune: Covid 19. Venivamo a conoscenza di un virus completamente nuovo destinato a sconvolgere, nel vero senso letterario del termine, le nostre vite. Caratterizzate, lo sappiamo bene, dal Social Distancing (quei due metri che si dovrebbero rispettare tra una persona e un’altra, anche quando la conosciamo) e l’uso delle mascherine. Mentre ad aprile dell’anno scorso usciva sul New York Times (sempre puntuale nello scorgere fenomeni di costume) un articolo a firma di Tara Parker-Pope, dal titolo ‘How Not to Wear a Mask‘.
Già allora s’intravedeva l’insorgere di una nuova , sparuta, tribù destinata però a infittire presto le fila, quella dei neo-maleducati ai tempi della pandemia contro cui temo non ci sia nessun vaccino efficace! Ecco allora una breve panoramica di ‘disagiati mentali’…
Perchè ammettiamolo: non se ne può più. C’è di tutto in giro, basta guardarsi attorno. Ecco allora una breve panoramica di un nuovo bestiario umano caratterizzato da:
– Quelli che indossano la mascherina in modo “creativo”: appesa a un orecchio stile bandiera, sotto il mento a mo’ di sciarpetta, sulla punta del naso ma con bocca scoperta, sulla bocca ma col naso fuori, eccetera
– Quelli che la mascherina la usano, e anche bene, ma sono incrollabilmente certi che attutisca la voce, quindi quando ti incontrano per strada si sbracciano urlando oltre ogni decibel
– Quelli che in coda alla cassa del bar o del supermercato non rispettano la distanza di sicurezza. Che in realtà è una distanza di rispetto: non è bello sentirsi alitare sul collo, neanche in tempi non pandemici
– Quelli che partecipano a riunioni/lezioni/ incontri vari via Zoom e non accendono la telecamera, lasciando intuire agli altri, che poveri cretinetti si sono collegati normalmente, una serie di fughe e passatempi molto più piacevoli e creativi
– Quelli che accendono la telecamera, mostrando sullo sfondo dell’inquadratura letti sfatti, cumuli di vestiti in equilibrio su una sedia, i piatti sporchi nel lavandino, e altre piacevolezze : non hanno compreso che nel momento in cui ci colleghiamo con altri il nostro spazio privato diventa pubblico
– Quelli che imparano a memoria ogni sera il bollettino dei morti, e la mattina dopo lo raccontano a tutti quelli che incontrano
– Quelli che sull’autobus stanno a braccia larghe come se avessero due palle da bowling sotto le ascelle, e per non toccare gli appositi sostegni ti vengono addosso a ogni frenata. Usare i guanti no?
– Quelli che prendono molto sul serio la prevenzione, e non perdono occasione di disinfettarsi spesso le mani con l’apposito gel. Che chiedono in prestito agli altri, però.
-Quelli che s’infilano negli ascensori perchè di fretta, senza rispettare ovviamente nè distanze nè uso corretto della mascherina, magari continuando a parlare al cellulare…
-Quelli che praticano il ‘mooching’ l’arte di assaggiare dai piattini degli altri con la propria bacchetta perchè ai tempi dei Sushi Restaurant, fa conviviale…