NG Week-end
by Dario Bragaglia
February 5, 2024
Si fa presto a dire Turismo del Lusso. Quello contemporaneo, cerca di adeguarsi alla nuova generazione dei Green-Chic, in un equilibrio difficile da raggiungere, in sintonia con piaceri della vita sempre più sofisticati ma anche attento a non depauperare le risorse ambientali ed energetiche del pianeta. Per i cultori del filone eco-chic (leggi alla voce turisti responsabili) abbiamo passato al setaccio diverse ‘locations’, focalizzando, infine, l’attenzione su appena cinque proposte ‘trendy’ da visitare. Però in punta di piedi, magari con le babbucce firmate appena entrati in camera, dove il rispetto per l’ambiente è molto, molto di più di un semplice titolo da prima pagina.
Nel Giura Svizzero, patria dei cucù, spunta il primo Green-Hôtel firmato Audemars Piguet: design essenziale e servizio ultrapreciso, simile a un cronografo.
Le Brassus nella Vallée de Joux, Canton Vaud, è un luogo legato alle tradizioni dell’orologeria svizzera. Il confine francese è a soli 6 chilometri, siamo a un’ora d’auto da Ginevra ma qui prevale l’ambiente naturale tipico del Giura dal fascino un po’ nordico. Dal 1875 Le Brassus è la sede della maison Audemars Piguet, orologeria di lusso, che con l’apertura dell’Hôtel des Horlogers si è lanciata nel mondo dell’ hôtellerie. L’approccio è stato originale: niente chalet in legno e richiami all’immaginario tradizionale elvetico, piuttosto una rigorosa scelta per il cemento e il vetro. Un serpentone che si dipana su 25 metri di dislivello di fronte ad un’immensa prateria e alla foresta di Risoud.
Il progetto porta la firma degli architetti danesi (con sede a New York) di BIG (Bjarke Ingels Group), mentre per gli interni ci si è affidati a AUM Pierre Minassian, architetto lionese autore dell’allestimento di ville di lusso in tutto il mondo. Sobrie e chic le 50 camere e suites fanno tutt’uno con la natura circostante: un’attenzione all’ambiente che ha meritato all’ Hôtel des Horlogers il label Minergie Eco, uno dei più severi in assoluto (“zero uso di solventi e colle e prodotti chimici in fase di costruzione, abolizione della carta nella vita quotidiana dei clienti...”).
Idem per la scelta del partner a cui affidare la Spa: Alpeor, marca fermamente legata al biologico nel settore cosmetico. Di pari livello l’offerta gastronomica, supervisionata dallo chef Emmanuel Renaut – tre stelle al Flocons de sel di Megève – assistito sul posto dall’executive chef Alessandro Cannata.
La Valle de Joux è il posto ideale per escursioni con le racchette, passeggiate fra le foreste di conifere, escursioni sulle montagne del Giura e sulle rive del lago e, quando la stagione lo consente, splendide uscite in bicicletta o e-bike.
Crans-Montana, contemplazione e tentazioni gourmands a oltre 2 mila metri di altezza
Immaginatevi una vecchia stazione della cabinovia a 2.112 metri di altitudine trasformata prima in un ristorante e poi in un design hotel. Siamo nel comprensorio di Crans-Montana, la stazione sciistica del Vallese da cui si possono ammirare molte delle cime più alte delle Alpi. Dalle camere, dalle terrazze e dalla piscina dello Chetzeron si scorgono i profili inconfondibili di Bishorn (4.153 m.), Weisshorn (4.506 m.), Zinalrothorn (4.221 m.), Dent Blanche (4.357 m.) e anche del Cervino (4.478 m.).
In inverno sullo Chetzeron si arriva con gli sci o con il gatto delle nevi e la salita sarà ripagata da un panorama a 360°. La ristorazione – una pausa più leggera a pranzo nel corso di una giornata dedicata allo sci o una cena gourmet – è un fiore all’occhiello della struttura. Propone piatti a base di prodotti locali e di stagione a marchio Slow Food. Le 16 camere e suites promettono poi un pernottamento circondanti da un bene prezioso: il silenzio. Il cemento abbinato alla pietra e al legno di quercia caratterizzano il recupero di questo ex edificio di servizio, oggi trasformato in un complesso ricettivo dove potersi rilassare in un contesto schiettamente alpino. Nel patois locale, Chetzeron significa “cresta rotonda” e descrive la posizione dell’hotel che sorge isolato su un promontorio circondato da foreste di larici e abeti.
A Cortina un 4 stelle eco-responsabile
Nel centro della Perla delle Dolomiti, l’Hôtel de Len (di legno, in ladino) fa riferimento già nel nome all’uso e al riuso di un nobile materiale che in passato – fin dai tempi della Serenissima – ha fatto la fortuna economica della conca ampezzana. Nel restauro di quello che era l’Hotel Impero, lo studio veneziano Gris+Dainese ha valorizzato le qualità estetiche e quelle legate al benessere (isolamento acustico, protezione dall’inquinamento atmosferico e elettromagnetico) del legno di abete e di cirmolo.
Questo 4 stelle (“ma con un servizio che si avvicina a quello di un 5 stelle” ndr) che dispone di sole 22 fra camere e suite sfoggia uno dei suoi punti di forza al sesto piano. Qui è stata posizionata la Spa ultra panoramica, con una vetrata che offre una vista privilegiata sulla valle. Il concetto di wellbeing si applica a tutti i momenti del soggiorno improntato alla rigenerazione del corpo e dello spirito, dall’attività fisica alla ristorazione, dalla scoperta del territorio al contatto con il meraviglioso ambiente dolomitico.
Da sottolineare che le nutrite proposte gastronomiche dell‘Hötel de Len si avvalgono della supervisione dello chef stellato Andrea Ribaldone: il cuoco milanese con origini piemontesi (alessandrine per la precisione) è consulente di alcune delle migliori strutture italiane. A chi ama il bello, segnaliamo che la proprietà dell’hôtel (la gestione è affidata al Gruppo San Domenico) ha arredato gli spazi comuni con una collezione di arte e fotografia contemporanea dove spiccano molti nomi importanti. L’Hôtel de Len non è che un esempio del rinnovamento dell’offerta ricettiva che la Capitale delle Dolomiti sta mettendo in campo in vista delle Olimpiadi Invernali di Milano-Cortina in programma fra due anni.
Forte dei Marmi, un rifugio di lusso nel cuore della Versilia
A pochi passi dal celebre Pontile che si allunga nel Mar Tirreno, il Grand Hotel Imperiale è un’oasi circondata da pini marittimi al centro di Forte dei Marmi. Il rifugio ideale per concedersi una pausa, anche in inverno, e scoprire quanto è bello il mare fuori stagione. La lunga spiaggia di sabbia, con la cornice delle Alpi Apuane, è lo scenario ideale per lunghe e rilassanti passeggiate.
L’impeccabile accoglienza 5 stelle lusso la si scopre già all’arrivo nella hall con la profusione di marmi pregiati delle vicine cave, già frequentate dal grande Michelangelo. Le installazioni di arte contemporanea aggiungono un tocco glam ad un benvenuto sempre cortese e professionale. L’atmosfera ricercata e chic aleggia in tutte le stanze. Ma è la Royal Suite, con i suoi toni pastello, i doppi bagni rivestiti di marmi e l’ampia zona living a incantare gli ospiti per il suo tocco davvero straordinario e principesco.
Il Golden Bar è un piacevole spazio di incontro dove lo chef barman Diego Frediani propone classici intramontabili e alcuni signature che invitano a sperimentare cocktail elaborati con creatività e sapiente uso delle materie prime. Magari da sorseggiare in un elegante bicchiere in marmo di Carrara. Il ristorante L’Olivo è il luogo dove lo chef Mario Cucchiara fa incontrare tradizione e contemporaneità: i pici fatti in casa, la selezioni di formaggi e prosciutti toscani sono solo alcune fra le tentazioni proposte dal ristorante.
Il Grand Hotel Imperiale è anche la base ideale per scoprire la costa e l’entroterra attraverso un gran numero di esperienze organizzate direttamente dallo staff della struttura (cave di marmo, volo in mongolfiera, in elicottero, escursioni in e-bike). E tanti altri tour gastronomici o esperienziali, a Firenze, Siena e nelle località della vicina Riviera ligure e della Maremma.
Il Borro, ospitalità nella tenuta bio dei Ferragamo
Un antico villaggio di origine medievale appartenuto nel corso dei secoli ai Del Borro, ai Medici-Tornaquinci, agli Hohenlohe-Waldenburg, ai Savoia-Aosta e infine acquistato, nel 1993, da Ferruccio Ferragamo, grande nome della moda italiana. L’obiettivo era quello di trasformare questa antica rocca e i terreni circostanti, 1.100 ettari posti in posizione strategica nel Valdarno Disopra, vicino ad Arezzo, in una azienda agricola con ospitalità.
Oggi Il Borro è condotto da due dei sei figli di Ferruccio: Salvatore che si occupa della produzione vinicola e della ricettività e Vittoria che, come responsabile della sostenibilità, porta avanti le istanze di rispetto ambientale molto sentite dal padre fin dall’acquisizione di questi terreni, ormai più di trent’anni fa. La produzione dell’orto biologico comprende, oltre a frutta e verdura, uova, formaggi, miele e olio di oliva, anche l’allevamento di galline, pecore, vacche di razza Chianina.
Sul fronte ricettivo Il Borro offre 38 splendide suite e camere nel villaggio medioevale, oltre a sistemazioni di lusso nella Dimora Storica, nella Villa Mulino e nella Villa Casetta (fanno parte del circuito Relais & Châteaux). Altre 20 suite e camere sono disponibili nelle Aie del Borro, tre ex edifici agricoli risalenti all’epoca del Granducato di Toscana, restaurati in chiave contemporanea nel 2019. Chi predilige un’accoglienza in stile agriturismo può far riferimento a I Borrigiani, gli appartamenti che si trovano a 1,5 chilometri dal villaggio.