NG Week-end
by Dario Bragaglia
August 25, 2023
Terza piazza finanziaria della Svizzera, Lugano è una delle perle del turismo ticinese,affacciata sul lago, in un’ansa perfetta fra il Monte San Salvatore e il Monte Brè che proteggono la città sia da sud sia da nord. Ma negli ultimi anni si è anche ritagliata un posto importante come polo artistico con un focus particolare sull’arte contemporanea. Il momento di svolta è stata l’apertura al pubblico, nel settembre del 2015, del LAC (Lugano Arte e Cultura), un moderno edificio progettato da Ivano Gianola che ha riqualificato l’area sul lungolago posta a meridione del centro storico.
Per la città è stato un grande investimento urbanistico e finanziario. Oltre alla costruzione del nuovo edificio (che ospita il MASI – Museo d’arte della Svizzera italiana e una splendida sala per concerti e spettacoli) l’intervento ha interessato la riqualificazione dell’ex Grand Hotel Palace (ora sono appartamenti di lusso) e l’adiacente complesso conventuale cinquecentesco, attiguo alla chiesa di Santa Maria degli Angeli, che conserva la Passione e Crocefissione di Bernardino Luini, il ciclo di affreschi rinascimentali più significativo della Svizzera.
Per arrivare nella piazza antistante il LAC si può attraversare il chiostro del convento che conserva tracce di affreschi e sbucare, con un salto temporale di cinquecento anni, in quella che è diventata la più grande piazza della città, intitolata proprio a Luini. Qui si colgono pienamente le caratteristiche architettoniche del LAC. L’ala perpendicolare al lago, dedicata agli spazi museali, è completamente sospesa da terra permettendo alla vista di correre liberamente verso le acque antistanti e le pendici del Monte San Salvatore. Non rimane che entrare per apprezzare le collezioni permanenti e le molte mostre temporanee, sempre di alto livello, che rendono molto attrattiva la programmazione.
L‘esposizione “Sentimento e osservazione. Arte in Ticino 1850-1950” offre al visitatore una bella selezione di opere legate al cantone ticinese, autori locali o che vi hanno soggiornato. Dal Divisionismo al Simbolismo al Post-Impressionismo, si ammirano capolavori firmati Ferdinand Hodler, Giovanni Giacometti (il padre di Alberto), Umberto Boccioni, Edoardo Berta, Luigi Rossi e Emilio Longoni (suo il bellissimo Ghiacciaio del 1905).
Unica concessione alla contemporaneità è una recente acquisizione del museo, un quadro del 2021 dello zurighese Thomas Huber (1955 – ) –al centro di una personale che inaugura l’8 ottobre ndr.– che riprende, in modo solo apparentemente iperrealistico, uno scorcio del Lago Maggiore con lo sfondo del Monte Rosa. Un’opera che si inserisce tuttavia perfettamente in quella tradizione che ha visto il panorama ticinese diventare un punto di riferimento per tanti artisti sia locali sia arrivati da lontano e che qui hanno trovato luoghi di riflessione e di stimolo alla creatività. Lo spicchio del LAC che si affaccia verso il lago è chiuso da una grande e panoramica vetrata – “il quadro dell’architetto” – dove il paesaggio sembra offrirsi al visitatore come una grande tela. Un ready-made di Marta Margnetti (Ostinate, 2021), affisso alla parete e composto da insegne luminose dismesse è ben visibile anche dall’esterno quasi a sottolineare il compenetrarsi dell’arte con lo scenario urbano e naturale.
Il MASI è nato dall’unione tra il Museo Cantonale d’Arte e il Museo d’Arte della Città di Lugano, istituzioni che operavano da lungo tempo sul territorio cittadino. E proprio a Palazzo Reali, in quella che era la sede storica del Museo cantonale, troviamo una seconda sede espositiva del MASI. Ma prima di dirigerci verso il cuore della città dobbiamo ancora scoprire la Collezione Giancarlo e Danna Olgiati aperta al pubblico in occasione delle mostre che vengono organizzate nello spazio espositivo sotterraneo adiacente al LAC. A settembre una nuova esposizione, un confronto fra Giacomo Balla e Piero Dorazio, valorizzerà la collezione costituita da oltre 200 opere che spaziano da primo Novecento al contemporaneo con particolare attenzione all’arte italiana e al Nouveau Réalisme.
Pochi metri oltre, sempre sul lungolago e a completamento di questo angolo della città diventato una vera e propria cittadella dell’arte contemporanea, troviamo la Fondazione Gabriele e Anna Braglia. Aperta al pubblico, vanta oltre 250 opere con un nucleo significativo legato alla corrente dell’Espressionismo tedesco. A settembre ospiterà una retrospettiva dedicata a Emil Nolde Beck, aperta sino al 16 dicembre di quest’anno.
La strada che conduce verso Palazzo Reali è Via Nassa, il cuore dello shopping luganese per eccellenza. Lungo i portici troviamo tanti marchi del lusso internazionale ma anche insegne storiche come Bernasconi, gastronomia tempio del caviale, del foie gras e di tante altre specialità locali. E, siccome anche la mixology è un’arte, al Flamel Bar & Bistrot in piazza Cuccaro si possono sperimentare degli ottimi cocktail abbinati al Bites Tasting Menù preparato dallo chef Andrea Barbano, che si è guadagnato il Bib Gourmand della guida Michelin. Sia il barman sia lo chef utilizzano degli ingredienti vegetali coltivati sull’orto urbano installato sul tetto dell’edificio. Un piccolo scrigno di biodiversità dove crescono piante officinali e presto verranno installate delle arnie per produrre miele maison.
La tappa finale del nostro tour artistico a Lugano ci porta a Palazzo Reali che ospita (fino al 15 ottobre) una bella mostra dedicata a Hedi Mertens, artista poco nota al grande pubblico. L’esposizione è centrata sul periodo in cui la Mertens si è avvicinata all’arte concreta e quindi a nomi importanti, come Max Bill, Camille Graeser, Richard Paul Lohse.
Palazzo Reali ospita anche (fino al 23 luglio) l’installazione Immunità diplomatica di Pedro Wirz. L’artista brasiliano (1981 – ) residente a Zurigo è il vincitore del Bally Artist Award 2023, il premio che la Fondazione legata al famoso brand della moda assegna dal 2008 ad un artista svizzero o residente in Svizzera. L’opera vincitrice verrà acquisita ed entrerà a far parte delle collezioni del MASI. Una nuova collaborazione fra la Bally Foundation, che ha da poco aperto la sua prima sede permanete proprio a Lugano (Villa Heleneum), e il Museo della Svizzera italiana.