Gourmet
by Dario Bragaglia
December 17. 2020
Nel cuore della Germania delle Delicatessen.
Nella sola Berlino si calcola ci siano un migliaio di ristoranti italiani (o presunti tali). I tedeschi amano, anzi adorano, la cucina italiana. Ma se ci mettiamo a contare i ristoranti di cucina tedesca in Italia, il numero è decisamente inconfrontabile. Ci fermiamo a qualche decina. Gli italiani amano le automobili tedesche, ma forse sul piano gastronomico hanno dei preconcetti e si lasciano condizionare dai luoghi comuni: ovvero che la cucina teutonica sia un compendio di salsicce, crauti e patate.
Löwengrube, la Baviera arriva in Italia.
Gli innamorati delle atmosfere delle stube d’Oltralpe tuttavia non mancano nemmeno in Italia. E fra questi c’è Pietro Nicastro, siciliano trapiantato in Toscana, che dopo alcuni viaggi a Monaco pensa che anche in Italia ci sia spazio per locali dove riproporre le ricette delle birrerie bavaresi. D’altra parte l’Oktoberfest accoglie ogni anno (il 2020 non fa testo) milioni di visitatori stranieri e gli Italiani sono fra i più numerosi e appassionati. Detto fatto: Pietro, assieme a Monica Fantoni, sua compagna e socia di avventura nella ristorazione, apre nel 2005 a Limite sull’Arno vicino a Firenze, il primo locale Löwengrube (original Münchner Bierstube). Quello che conta nel format pensato da Pietro è, certo, la qualità dei piatti proposti e delle materie prime utilizzate, ma anche e soprattutto l’atmosfera che deve catapultare la clientela a centinaia di chilometri di distanza, come se si trovasse in un’autentica Bierstube di Monaco: arredamento rigorosamente in legno, decorazioni, musica e personale che veste i Lederhosen (gli uomini) e Dirndl (le ragazze).
La formula ha successo e oggi Löwengrube è una fortunata catena di ristorazione in franchising diffusa in tutta Italia, dove i locali con il marchio sono oltre venti. Una vera e propria case history, tanto che Pietro Nicastro ha raccontato la sua avventura imprenditoriale nel libro “Una vita da leoni” pubblicato da Rubbettino. Da ultimo, poco prima del lockdown di marzo, è arrivato un accordo con gli storici birrifici tedeschi Löwenbräu, Spaten, Franziskaner e quindi anche la birra di tradizione bavarese che accompagna i piatti porta un tratto di autenticità in più al marchio Löwengrube. Mentre il menù offre una bella selezione di classici e chi è in astinenza di viaggi in Germania può sicuramente rifarsi, almeno a tavola. Spätzle, Knödel, Goulash, Bratwurst, Kaiserschnitzel, Apfelkuchen, Kaiserschmarrn, i classici ci sono tutti e c’è di che sbizzarrirsi nella scelta.
Gli indirizzi dei locali Löwengrube li trovate qui: www.lowengrube.it
Dalla Sassonia, il dolce più tipico natalizio.
Se sedersi al ristorante rimane ancora legato alle incertezze del momento, la salvezza per chi a Natale non vuole rinunciare a qualche specialità teutonica arriva dalla Sassonia. Il Dresdner Christstollen è il dolce tradizionale della capitale sassone, un vero e proprio pezzo di storia culturale che si può ordinare anche on-line. Una tradizione culinaria che dura da secoli e che viene tramandata da un centinaio di panetterie e pasticcerie che possono vantare il sigillo di qualità. Si tratta di un pane dolce con canditura di cedro e arancio, mandorle tritate, uvetta e spezie. Il dolce di Natale di Dresda viene menzionato per la prima volta in un documento del 1474. In quell’epoca gli Stollen erano un prodotto da forno molto povero, a base di farina, lievito e acqua, stante la proibizione della Chiesa di usare burro e latte nel periodo dell’Avvento.
Quando finalmente nel 1491 su richiesta del principe elettore Ernst von Sachsen, il Papa revocò il divieto di usare il burro, i fornai di Dresda cominciarono ad ingolosire i palati dei reali, arricchendo l’impasto con chili di burro, frutta secca, uvetta, uva sultanina, limone e arancia canditi, impastati con chili di farina.
Nella storia secolare del dolce tipico venduto anche nello Striezelmarkt, il mercatino di Natale che quest’anno non ha avuto luogo per i problemi legati alla pandemia, ci sono episodi memorabili. Ad esempio, quello della primavera del 1730 quando Augusto Il detto il Forte invitò aristocratici e militari di tutta Europa a corte per una festa in onore delle sue forze armate (dopo la fine della Grande Guerra del Nord) e per l’occasione fece preparare un monumentale Christstollen di 1,8 tonnellate, che fu diviso in 24.000 porzioni. Se questa specialità viene spedita oggi in tutto il mondo, per gustarne altre bisognerà aspettare tempi migliori per programmare un viaggio a Dresda e dintorni. Segnatevi il nome di almeno due piatti: la Sachsischer Sauerbraten, carne di manzo marinata e brasata, e l’Eierschecke, uno dei dolci sassoni più popolari, dolce lievitato guarnito di fettine di mela e cosparso di semi di papapavero, venduto fresco ogni giorno da tutte le migliori pasticcerie. Il mio consiglio è di entrare al Coselpalais – Restaurant & Grand Café proprio all’ombra della magnifica Frauenkirche, simbolo della città. In un ambiente che rimanda all’Ottocento gusterete un’ottima fetta di torta e, se vorrete, altre specialità sassoni.
Per ordinare online: www.baeckerei-wippler.de/collections/stollenshop
Volendo aggiungere un tocco natalizio Made in Sachsen alla tavola o all’albero ci sono gli angioletti musicisti della Wendt & Kühn: www.engelstube.de