NG A Tutto Sci
By Dario Bragaglia
Turin, November 7, 2020
La notizia che Art Furrer, nella primavera di quest’anno, ha cessato la sua attività di albergatore è passata sotto silenzio in Italia. Eppure Art Furrer, nato nel 1937 nel piccolo villaggio di Greich nel Vallese, è un personaggio fuori dell’ordinario e in Svizzera è un mito dello sport e dell’hôtellerie.
Forse anche lui e il suo gruppo sono stati vittima della crisi provocata dalla pandemia globale e dal mancato arrivo di turisti stranieri sulle montagne svizzere.
Una vita avventurosa la sua, che ebbe una svolta nel 1959 quando Arthur, non ancora Art, decide di lasciare le montagne vallesane per cercare fortuna negli Stati Uniti. L’intuizione per farsi notare – lui che era già un ottimo sciatore agonista, maestro di sci e guida alpina – fu quella di mettersi a sciare in un modo totalmente innovativo, diventando di fatto l’inventore, il “padre” dello sci acrobatico. Una sorta di cow boy della neve che lo rese popolarissimo, tanto da essere richiesto come istruttore da personaggi del calibro di Leonard Bernstein, Henry Kissinger, oltreché dai rampolli della famiglia Kennedy.
Nel 1973, messi da parte un po’ di dollari in un periodo in cui un bigliettone verde valeva più di 4 franchi svizzeri, Art riattraversa l’oceano e torna a casa in tempo utile per intuire le potenzialità turistiche di Riederalp, la zona di alpeggi sopra Briga, non lontano dallo spettacolare ghiacciaio dell’Aletsch, che oggi fa parte di uno dei più famosi comprensori sciistici d’oltralpe, l’Aletsch Arena. Ed è qui che costruisce i suoi primi alberghi in uno stile moderno che si attira anche qualche critica dai più tradizionalisti. Nel corso degli anni il gruppo Art Furrer arriva a contare in tutto sei attività, tra alberghi e ristoranti, compreso lo Schlosshotel di Briga (che prende il nome dal castello raggiungibile a piedi, ndr): la classica storia di un self-made man, la realizzazione del sogno di una vita, buona parte della quale condivisa con la moglie Gerlinde. E sempre con lei, fra l’altro, ha scalato tutti i quattromila della Svizzera. Per la sua abilità a fare piroette sulla neve, Art è anche diventato un noto personaggio televisivo.
Le sue uscite sul piccolo schermo ne hanno accresciuto enormemente la popolarità, non solo in Svizzera ma anche in Germania e Austria. Famoso l’episodio, in un programma stile Candid Camera, quando si finge un turista americano che vuole imparare a sciare con un paio di sci lunghi quattro metri. Per mantenere viva la sua fama, Art – che è sempre stato un personaggio estroverso e comunicativo – ha continuato a sciare con il cappello da cowboy in testa e con tute dai colori sgargianti. Per me che ho avuto il piacere di conoscerlo, ospite in uno dei suoi hotel, è stato divertente ascoltare alcune delle sue tante avventure, sentire aneddoti sui personaggi famosi che ha conosciuto e adesso mette un po’ di tristezza pensare ai suoi hotel non più gestiti dalla famiglia di questo inimitabile folletto delle nevi.