Cortina News
by Sauro Scagliarini
June 15, 2020
C‘è una Cortina d’Ampezzo più discreta e raccolta che non aspetta altro che di essere svelata agli sguardi. Con la purezza di un diamante la località intriga e affascina con le sue mille luccicanti sfaccettature fatte di panorami inaspettati, da conquistare inerpicandosi tenacemente lungo vie ferrate e percorrendo, con un pò di fatica, sentieri nascosti, ancora poco battuti. Che possono portare alla scoperta di inattese visioni, come la presenza di fortini o di trincee a ridosso di pareti scoscese, dove pare ancora di sentire il rombo assordante dei colpi di mortaio scambiati durante la Prima Guerra Mondiale. O dove è bello arrendersi alla pace infinita di laghi incantati dalle dimensioni lillipuziane e dalle acque terse, trasparenti e profonde, incastonati come pietre preziose, lungo i sentieri secondari che solcano la valle delle Dolomiti.
Visioni che non a caso hanno saputo stregare grandi scrittori come Ernest Hemingway che amava definire dolce Cortina di cui fu ospite diversi mesi nel 1948 e nel 1950. Ma anche scrittori più esotici come Ruyard Kipling, o dalla sensibilità tutta italiana come lo straordinario Goffredo Parise o il geniale premio Nobel della letteratura Eugenio Montale.
Più di recente, la struggente bellezza dei suoi paesaggi, nonchè la sua fama cosmopolita, ha sedotto anche giovani scrittori provenienti da mondi lontani, anche culturalmente. Come Kong Tsung-gan, attivista, giornalista d’assalto per l’HongKong Free press e autore di “Liberate Hong Kong” (Ed. Mekong) che è intervenuto il 10 giugno scorso in occasione della prestigiosa manifestazione letteraria Una Montagna di Libri, la festa internazionale della letteratura di Cortina d’Ampezzo.
Ecco allora, grazie al contributo delle Guide Cortina, nove itinerari tutti da scoprire con lo spirito dell’esploratore rispettoso della natura e dei suoi abitanti.
- Monte Fumo o Rauchkofel
Avamposto austro-ungarico della Grande Guerra, è una cima secondaria compresa tra la Val San Sigismondo e la Val Fonda: teatro di cruente battaglie, mantiene un fascino particolare per il percorso esposto e la presenza di baraccamenti militari.
Dislivello: 700 m circa
Durata: 5 ore
Difficoltà: media
Materiale occorrente: corda, set da ferrata, casco
2. La teleferica nascosta del Forame
Sul gruppo del Cristallo c’è una vetta secondaria raggiungibile tramite la ferrata Renè Dipol: si tratta della cima del Forame. Ma c’è anche un accesso alternativo che, seguendo le stazioni della teleferica, tra una trincea e un fortino conduce alla meta.
Dislivello: 700 m circa
Durata: 6 ore
Difficoltà: media
Materiale occorrente: corda, set da ferrata, casco
3. Cengia Polin
Questo itinerario segue le orme di Alberto Polin, un soldato che durante la Prima Guerra Mondiale scoprì e conquistò una cengia seminascosta che consentì di raggiungere un punto strategico sulla val Travenanzes dalle Tofane, attraverso il quale le truppe italiane potevano organizzare le loro provviste. La partenza è dal Rifugio Dibona: si aggirano le Tofane da forcella Col dei Bos, per poi scendere in val Travenanzes e risalire le Scale del Meneghel, la prima ferrata di Cortina d’Ampezzo e delle Dolomiti. Dalla cengia si risale forcella Fontana Negra, si passa al Rifugio Giussani e quindi si torna al punto di partenza. Chi vuole sperimentare un percorso più alpinistico può fare la “ferrata sabotata”, che parte in prossimità di una grotta e raggiunge la cengia Polin nella sua estremità più a sud.
Dislivello: 900 m circa
Durata: 7 ore
Difficoltà: media/difficile
Materiale occorrente: corda, set da ferrata, casco
4. El Beco Longo
Sorprendente vetta nel bosco incantato in prossimità delle Rocchette Prendere e di Ruòibes (o Zoco), si può raggiungere anche in bicicletta elettrica partendo da Cortina. Per salire sulla cima bisogna arrampicare qualche metro ma la vista è talmente stupefacente che merita la fatica. Si può completare l’escursione raggiungendo la Malga Federa attraverso un comodo sentiero.
Dislivello: 400 m (700 m se si raggiunge Malga Federa)
Durata: 4/6 ore
Difficoltà: 5 ore
Materiale occorrente: casco, corda
5. Monte Taburlo
Vedetta meridionale della Val di Fanes, è una cima poco conosciuta e suggestiva, scalata per la prima volta nel 1906. Si parte dall’ingresso del Parco delle Dolomiti d’Ampezzo per poi raggiungere il casone di Antruiles: da lì una lunga salita conduce alla vetta attraverso una mulattiera e una serie di cenge che furono attrezzate dall’esercito austro-ungarico a inizio conflitto.
Dislivello: 800 m
Durata: 6/8 ore
Difficoltà: media
Materiale occorrente: casco e corda per alcuni tratti esposti
6. Le marmitte di Fanes
Tra lo Sbarco de Fanes e l’omonima malga situata a Fanes Grande, sulla destra orografica il Rio Fanes disegna sorprendenti anfratti ricchi di cascate, pozze e cateratte che invitano a fare un tuffo. Meno conosciute delle sottostanti cascate, che meritano comunque una visita, le “marmitte” di Fanes offrono una piacevole (anche se non sempre agevole) camminata nel bosco che culmina in prossimità della piccola Malga Fanes.
(La mattina la località Sbarco de Fanes è raggiungibile anche in jeep).
Dislivello: 300 m
Durata: 4/5 ore (oppure 3 ore con l’andata in Jeep, disponibile solo la mattina)
Difficoltà: facile
Materiale occorrente: set da ferrata (se si vogliono visitare le cascate di Fanes)
7. Monte Rudo
L’itinerario del Monte Rudo presenta forse una delle linee di fortificazione più grandi e intatte della Grande Guerra. Il monte, dalla sua vetta, offre una vista privilegiata sulle Tre Cime di Lavaredo.
Il percorso, che parte in prossimità del forte vicino all’hotel Tre Cime, è impegnativo: richiede buon intuito, buone gambe e una buona scorta di acqua. Ma la fatica verrà ampiamente ripagata dalla vista.
Dislivello: 1.300 m circa
Durata: 8/10 ore
Difficoltà: difficile
Materiale occorrente: una corda da circa 20 m
8. Scoglio di San Marco
Questa inusuale escursione in prossimità delle Tre Cime di Lavaredo permette di vedere alcune trincee e fortini costruiti dagli italiani durante il primo conflitto mondiale. La partenza è dal Lago d’Antorno, si raggiunge poi Malga Rin Bianco dove comincia la salita tra bAranci e privilegiati punti di osservazione sulla Val Rienza. Giunti alla vetta, preso la forcella d’Arghena si gode della vista sulle pareti nord delle Tre Cime (unico tratto con un po’ di “traffico”), poi si scende lungo la Valle dell’Acqua per tornare al punto di partenza.
Dislivello: 800 m
Durata: 5 ore
Difficoltà: media
Materiale occorrente: non è necessario un equipaggiamento alpinistico
9. Punta Nera
La Punta Nera domina l’ingresso di Cortina da sud ed è visibile da tutta la conca ampezzana ma, in quanto sovrastata dal Sorapiss e dal Marcora, pochissimi la considerano una cima appetibile: in realtà è la cima più alta e massiccia del ramo ampezzano del Sorapis e offre meravigliosi panorami sconosciuti ai più. L’accesso più comodo è dalla Funivia Faloria, passando per i Tondi. Con una salita lungo una traccia agevole sul ghiaione si raggiunge la forcella Punta Nera, da lì con qualche breve tratto di scalata si arriva alla vetta. Tornati in forcella si può proseguire lungo la ferrata che conduce al Lago del Sorapiss, per poi arrivare fino al Passo Tre Croci. Da qui si scende a valle in autobus.
Dislivello: 700 m circa
Durata: 7 ore
Difficoltà: difficile.
Materiale: set da ferrata, casco, corda di 30 m
Per info e prenotazioni: www.guidecortina.com