September 15, 2017
by Matteo Tomaino
Se lo Streetwear è un mondo a sé rispetto a quello che solitamente vediamo in occasione delle settimane della moda internazionale, è pur vero che è quello che più ha influenzato e influenza il modo in cui oggi vanno vestiti giovani e giovanissimi anche in età puberale. Ma ora non è più solo una questione di età o provenienza. Il fenomeno diventa trasversale. Non si spiegherebbe altrimenti, il perché mega brand come Louis Vuitton (con Supreme), Burberry (con Gosha Rubchinskiy), Vans (con Karl Lagerfeld), per tacere di Gucci come pure Fendi e Prada abbiano avviato delle collaborazioni che dire insolite è un eufemismo con designer che frequentano assiduamente il mondo dello skateboard, dello street-basket e della club-culture, (fatto di d-jay, feste, e quant’altro). Senza trascurare, con questo, un certo stile ‘bon chic bon genre‘, come fa Raf Simons (nella sua collezione eponima), contribuendo a creare il buzz tra una nuova generazione di consumatori. Non solo attenta a quello che c’è di più fresco sul mercato ma anche al valore semantico del capo indossato, che mostra la capacità di comunicare l’appartenenza a un determinato gruppo (o meglio una tribù). Come ricorda nella sua presentazione, Jennifer Caodaglio, tra gli artefici del successo del Maze Festival, il primo in Italia dedicato allo Streetwear internazionale, svoltosi dal 7 all’ 11 settembre.
La città, del resto, ha nel suo dna solide basi per diventare la capitale di un nuovo stile nel vestirsi (si pensi anche al successo che hanno eventi musicali come l’imminente Kappafutur Festival capace di attirare oltre tremila giovani); grazie alla statura di personaggi come Carlo Rivetti, il primo ‘boss’ a produrre e far scoprire sin dalla fine degli anni Settanta, Stone Island (un tempo con Gft ora con Sportswear company) un brand faro nella rivoluzione, soprattutto culturale, del vestire con capi performanti e iper-tecnologici (come l’ultima generazione di maglie sperimentali dai filati termo-sensibili), fondato dal mai rimpianto abbastanza Massimo Osti che s’ispirava direttamente alla gente osservata in strada; per arrivare poi a Fila e Robe di Kappa (ora Kappa) il cui abbigliamento dai bordi delle piscine e spogliatoi delle palestre, ha invaso sempre più le vie della città ( spostandosi dalle periferie ai quartieri del centro) sino ad appropriarsi delle passerelle e diventando una delle ‘griffe’ preferite dalla ‘youth culture’. “Ora dalla passerella la moda scende in strada.” afferma Roberto Piana dello STUDIO2fashion Events (trent’anni di esperienza nel dar vita a eventi di moda a livello internazionale, l’ultimo dei quali è appunto il Maze Festival). Avviando un percorso inverso. E il cerchio qui si chiude.
Spazio, dunque, ai trend più significativi del momento in occasione delle recenti sfilate del Maze Festival di Torino:
COMFORT STREETWEAR
La moda che fa della strada il suo laboratorio di stile preferito, non rinuncia più al comfort e propone maglie dalle trame calde, soffici e avvolgenti, per un effetto ‘knitwear’ assicurato, ovvero ‘handmade’.
Fred Perry presenta in tema una singolare collezione di T Shirt a righe, morbide al tatto, dal carattere sportivo ed elegante e dagli accenti retrò anni Cinquanta.
Restare in Ciabatte
Lui & Lei usciti di casa sciabattano per la città rinunciando volentieri alle sneakers: la scelta spazia dai modelli basic fino a quelli in eco-fur, da indossare con calzettoni in spugna, purché nel segno del comfort e forse di un nuovo stile.
Sacco in pelle gettato in spalla, Stile 49ers
Come i pionieri impegnati nella grande corsa all’oro in California a metà Ottocento. I modelli proposti da Holyland Civilians, un collettivo di designers israeliani, vengono rivisitati non tanto nella forma quanto nell’estetica, impreziositi da icone o da motivi che ricordano le vetrate a cattedrale. Dentro ci finisce di tutto: dal phon alle sneakers all’accappatoio al Tablet. Comodo in palestra ma anche da portare, anzi esibire, in aeroporto. Very Cool!
Addio al cappuccetto sulle felpe, poco importa il colore, o Hoodie che dir si voglia.
Il tempo delle felpe con cappuccio non è ancora finito, ma va tramontando. Abbiamo visto, e con piacere, affermarsi polo e lupetto, rigorosamente senza.
Il Cordone intrecciato
Da indossare come quello dei frati. Ci piace il suo effetto ieratico e monastico, il contrasto medievale-sportivo, insolitamente bello specie se abbinato a un look streetwear.
Limited Edition T Shirts
Si diverte col nastro adesivo (che tra l’altro mette in vendita a rotoli), Raf Simons lo stilista più all’avanguardia e audace del momento (attualmente in forze da Calvin Klein). A noi di Neve Glam piace molto. Benché le sue siano magliette introvabili. O pressoché. A Milano solo da: One Block Down, in piazzale Diaz.
Chromo-Therapy-Streetwear
Colori più che sgargianti, abbaglianti, tipo neon, che sembrano ispirarsi per intensità luminosa alle insegne della Strip di Las Vegas o ai cartelloni digitali in Times Square a New York. Sprizzano energia, dinamismo e vitalità. In linea con i tempi improntati alla filosofia del Wellness.
Windbreaker dorata
Siamo abituati a vederla, nelle riprese televisive, in occasione degli attentati, pronta a riparare dal freddo i sopravvissuti. Ora viene riproposta sulle passerelle da Fila, per temerari che amano sfidare le raffiche (solo di vento) ma con stile.
Street Style Skateboard
Sempre più decorati anche sul lato B, perché evidenziano un segno di appartenenza. Non a caso, una volta a casa, vengono appesi alle pareti, anche al contrario, come scudi dal valore apotropaico di guerrieri metropolitani.
Tendenza Murales
–