Il giorno di San Valentino, festa degli innamorati, è dificile trovare un simbolo che sia un suo degno sostituto; che abbia attraversato indenne i cambiamenti epocali della storia: conflitti mondiali, certo, ma non solo, anche sconvolgimenti di costume e di pensiero; che sia più denso, stratificato come una cipolla di significati. Un cuore che batte all’impazzata ancora oggi è simbolo di una passione d’amore travolgente che si spera sempre sia quella giusta…ma poi scopriamo amaramente che è solo l’ultima di una serie, ahinoi, a ricordarci la nostra eterna adoelscenza; un cuore, si sa, resiste impavido alle sfide, da vero condottiero romano. Eppure è talmente fragile che basta poco per ridurlo in mille pezzi come un vaso che cade a terra e si riduce in mille cocci: basta anche solo una parola, una parola semplice come un semplice Addio! E chissà che non sia la parola che nessuno dei due aveva avuto il coraggio di pronunciare per primo…Ma a San Valentino la magia ritorna, la primavera si avvicina, ed è come se provasse a bussare alle porte (del cuore ovviamente) e quella ventata adolescenziale torna a farsi sentire, come una brezza gentile sulla pelle…che ci rinforza e torna a dar spazio alle idee positive, alle forze vitali della nostra esistenza. A San Valentino, come in un quadro di Chagall, il nostro cuore si trasforma in un simbolo apotropaico di forza, tale da sollevarci in volo (più ancora che un simbolo di crudele vendetta…già ancora la passione terrena di Afrodite, benché divina, ma così lontana dai nostri cuori, almeno per un giorno…); inaspettato prende le sembianze di un anello da sfoggiare come emblema di forza e potere. Un talismano, dunque, per una donna guerriera, dolce amazzone contemporanea? Ecco allora l’anello scultura a forma di cuore realizzato dalla jewel-designer berlinese Simone Vera Bath, la cui esperienza di vivere in una città a lungo spaccata in due parti, l’ha spinta al bisogno profondo di cancellare le divisioni e di creare armonie, con la determinazione che da sempre la caratterizza e che si rivela appunto nelle sue creazioni.
I suoi gioielli parlano di trasformazione, imperfezione e contrasti, come il nostro cuore; Simone lavora con metalli nobili in una continua e appassionata ricerca di nuove forme e nuovi equilibri, che rappresentano, per lei, la fusione fra il passato e il presente.
Il gioiello “simbolo” di Simone il “fedone”, un anello scultura da donare sia a se stessi sia agli altri: rappresenta un modo di essere, un’anima che muta nel tempo ma resta profondamente fedele ai suoi affetti e valori. Ispirazione della più inedita collezione HEART, braccialetti scultura in due tonalita’ di bronzo, chiaro e scuro, e in argento, da portare insieme o singolarmente. Si tratta di pezzi unici, solo su richiesta (86 euro il modello in argento; 76 quello in bronzo).
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silvia.tardy@gmail.com
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