By Barbara Ronchi della Rocca
Quella di San Valentino è una storia che continua ad appassionare e a far sognare migliaia di innamorati complice la sua storia, come non ricordarla a così breve distanza dal 14 febbraio, giorno in cui si celebra in tutto il mondo la festa delle anime gemelle? Correva l’anno 270 d.C. sotto l’imperatore romano Claudio II detto il Gotico, o sanguinario. Un tempo in cui l’impero romano iniziava a vacillare, e occorreva consolidarlo richiamando un numero sempre maggiore di soldati a ingrossare le fila di un esercito impegnato su più fronti in guerre fratricide. L’imperatore decise, quindi, di interdire ogni forma di matrimonio, un modo questo per dissuadere gli uomini a restare a casa al fianco delle loro mogli. Ma in segreto, un prete di nome Valentino decise di continuare a celebrarli. Finché non venne scoperto, rinchiuso dietro le grate e condannato a morte. Ma la gente, presa da compassione, continuò a recapitargli fiori e regali. Ad accorgersi di lui anche la figlia afflitta da cecità di una delle guardie. I due iniziarono a frequentarsi, una relazione sentimentale platonica, ma tant’è che la fede di Valentino era talmente forte, che permise alla ragazza di ritrovare la vista. Il giorno in cui fu portato al patibolo, lui le scrisse messaggio: ”Dal tuo Amore, Valentino”.
Magari la storia è un po’ romanzata ma il personaggio in questione è davvero esistito e la chiesa l’ha canonizzato. Precedentemente a questa ricorrenza, infatti, si celebravano in epoca romana le Lupercali, una festa pagana dedicata a Giunone, la dea del matrimonio. Durante i festeggiamenti, il 15 di febbraio, ragazzi e ragazze venivano separate e quest’ultime invitate a depositare un biglietto in un’anfora con sopra riportato il loro nome. I ragazzi, poi, estraevano un biglietto a caso, e s’impegnava a scortare la ragazza designata durante tutta la durata della festa alle volte sino al matrimonio. La chiesa che a un certo punnto volle mettere fine a questa festa di tradizione pagana, decise di festeggiare San Valentino un giorno prima, il 14 febbraio, nella giusta convinzione che festeggiando un giorno in anticipo, quello seguente la gente non avesse più voglia di tornare a far festa.
E veniamo ai nostri giorni. Ma sarà ancora di moda tra innamorati festeggiare il San Valentino? Tutto dipende…se pensiamo a melensi e un po’ pacchiani, scambi di rose rosse e cuoricini all’interno di coppie più o meno rodate, certamente lo è. Se invece lo si riporta al suo significato originale, quello del “be my Valentine!” che un tempo si scriveva su ‘billet doux’ anonimi, oggi potrebbe far tornare in voga quello che un tempo era un gioco di società piuttosto ‘smart’. Con quel tanto di ironia indispensabile del tipo “è un po’ un’americanata, ma la faccio lo stesso, per divertirmi”. Quindi via libera al ‘blind date’ vissuto come una caccia divertente al tesoro con in palio l’anima gemella. Ma attenzione al contesto: niente lounge-bar o covi pseudo intimi. Più indicato scegliere per il corteggiamento la seggiovia a due posti. Si sale in tandem con uno sconosciuto, e nel breve tempo del tragitto, ci si conosce , o meglio, ci si “annusa”, si scambiano alcune battute, in tono allegro va da sé, e solo nel caso in cui scatti l’alchimia, si scende a valle insieme. Scegliendo uno stile più semplice e naturale possibile: niente esibizionismi, acrobazie, grandi velocità; piuttosto fermiamoci ogni tanto, per guardarci negli occhi. Se invece il termometro del feeling resta tristemente a zero, è già servito su un piatto d’argento il modo elegante per scivolare via. Col sottotitolo in sovrimpressione: “Catch me if you can!”