(foto: Victor Grigas)
Le origini dello champagne Taittinger, dal nome eponimo della famiglia di produttori di uno dei vini tra i più prestigiosi e richiesti in ogni angolo del mondo, (il fine ‘perlage’ assicurato da sedici milioni di bollicine che risalgono in file serrate a perpendicolo verso la superficie di una coppa) meritano di essere raccontate…
Fondata verso la metà del XVIII secolo, la maison Taittinger Champagne con sede a Reims, in Francia, è oggi nelle mani di Pierre-Emmanuel Taittinger (classe 1953), tra l’altro figura di spicco nel comitato consultivo della Banca di Francia.
Fu nel 1734 che Jacques Fourneaux, come apprendiamo dal sito Wikipedia, iniziò un’attività legata alla produzione e vendita dello champagne e per farlo si avvalse della collaborazione dei monaci delle Abbazie Benedettine che all’epoca possedevano i migliori vigneti della regione.
Anche se gli storici dello champagne sono inclini a risalire molto più in là nel tempo, addirittura a Teobaldo I di Navarra, (1201-1253). Secondo una leggenda, fu proprio lui, soprannominato Conte di Champagne, ad aver importato da Cipro le uve di Chardonnay, di ritorno dalle crociate medievali. Ma la notizia è stata poi smentita grazie a una ricerca genetica condotta dall’Università della California di Davis con tecniche recenti e ultra-sofisticate, capaci di analizzare e comparare il DNA dei vigneti.
Resta che durante la Prima Guerra Mondiale, la casa vitivinicola Taittinger scelse come sede il palazzo nobiliare di Rue de Tambour, ancora oggi la via principale di Reims, in cui Teobaldo I aveva vissuto per un lungo periodo: una scelta d’immagine rispettosa anche di un personaggio che, per preservare l’integrità di quelle terre, aveva condotto non poche e sanguinarie battaglie.
Le radici dei Taittinger, famiglia di commercianti in vini, risalgono invece al 1870, anno in cui si trasferirono nella regione parigina in provenienza dalla Lorraine, un éscamotage per continuare ad usufruire della cittadinanza francese, evitando così le sanzioni imposte dal confitto Franco-Prussiano (Deutsch-Französischer Krieg), e del Trattato di Francoforte (1871), che vedevano appunto la regione Alsazia-Lorena finire sotto il dominio del neo costituito Impero tedesco. Ma erano anche gli anni in cui Parigi completava un forte rinnovamento architettonico-urbanistico iniziato nel 1852 dal prefetto Georges Eugène Haussman; era, dunque, la città giusta in cui trovarsi per vivere il cambiamento e ampliare il giro d’affari.
Nel 1932, Pierre Taittinger acquistò il Château de la Marquetterie (nel dipartimento della Marne, regione Alsace-Champagne-Ardenne-Lorraine) dalla casa vinicola Forest-Fourneaux.
Usata come sede dei comandi militari durante la Prima Guerra Mondiale è stata anche il luogo in cui Pierre Taittinger si riprese da una crisi cardiaca a cui andò incontro a seguito dello choc riportato in un combattimento.
I vigneti attorno al maniero datano del XVIII secolo, e sono costituiti da uve Chardonnay e Pinot nero
La proprietà nel Seicento aveva subito le cure e le attenzioni del frate Jean Oudart, il monaco benedettino a cui si attribuisce la paternità dello champagne, e solo più tardi, divenne di proprietà dello scrittore Jacques Cazotte, (finito sulla ghigliottina nel 1792) amico del filosofo Voltaire e del poeta André Chenier.
Tra il 1945 ed il 1960, l’attività passa nelle mani di François, il terzo genito di Pierre Taittinger. Sotto la sua direzione, le cantine Taittinger trovano posto nel sottosuolo dell’abbazia di Saint-Nicaise le cui origini risalgono al XIII secolo, e la cui peculiarità consiste nell’essere ricavata da cave di calcaree che risalgono all’epoca gallo-romanica del IV secolo.
A seguito della morte di François in un incidente d’auto, fu il fratello Claude a occuparsi del business negli anni compresi tra il 1960 e il 2005. Anni gloriosi in cui Taittinger divenne, come sappiamo, una casa produttrice di champagne rinomata in tutto il mondo.
Attualmente i possedimenti del gruppo Taittinger si estendono per 288.84 ettari di vigneti, mentre le cantine vantano una raccolta straordinaria che viene stiamata tra dodici e tredici milioni di bottiglie
Claude Taittinger si è infine ritirato nel 2006: a prendere le redini del gruppo, suo nipote Pierre-Emmanuel Taittinger.