Benché dall’aura leggermente appannata da un tentativo di democratizzazione (tra l’altro vano perché la Nike, è notizia recente, si è ritirata dalla produzione dell’attrezzatura da golf intesa come mazze, palline e sacche, a riconferma che resta uno sport d’élite per eccellenza), è bene ricordarsi che il golf è, da sempre, un punto fermo dello chic, perché l’ultimo baluardo di un “dress-code” ferreo e inappellabile. Secondo cui potete salire sul green con gli abiti che indossereste per una bella passeggiata in campagna, scarpe a parte. Ma attenzione alle regole ferree: niente T-shirt due taglie più grandi, top scollati, jeans e cappelli da baseball girati all’indietro: l’outfit giusto è fatto di maglie rigorosamente col colletto, pantaloni lunghi o bermuda al ginocchio (per l’esattezza, la gamba non deve misurare meno di 39 centimetri!), calze che coprono la cavig. E niente di stazzonato, o volutamente strappato o dall’ effetto ‘dirty’, ma anche di sexy o peggio ancora “frou frou”. Tutte queste norme -nate quando i tennisti vestivano rigorosamente di bianco (a Wimbledon le regole non sono ancora cambiate) e con i pantaloni lunghi, si scandalizzavano davanti alle magliette inventate da Monsieur Lacoste – sono scritte su pannelli che troneggiano in tutti gli spogliatoi, quindi non si può neppure trincerarsi dietro il comodo alibi del “non-me-l’avevano -detto”. E, anche se i cartelli non lo dicono, non si può entrare nel bar e nel ristorante della Club-House senza aver fatto prima la doccia, essersi cambiati d’abito e aver spento il cellulare. Perchè il golf detta anche norme – molto tradizionali – di buon gusto e buona educazione.
Ma perché, se i tennisti si permettono di tutto, a livello di abbigliamento, ma anche sputacchi, gestacci e grugniti in campo, al golfista del Terzo Millennio è ancora chiesto il garbo di un gentiluomo d’altri tempi? Perché in un ambiente di bellezza naturale e silenzio, di movimenti e gesti eleganti, non c’è spazio per chi privilegia la comodità sullo stile. E’ chiedere troppo? No, se in cambio si offre il privilegio di frequentare luoghi molto chic e di entrare a far parte di una community piacevole, e insperatamente democratica: sul green possiamo incontrare e trattare da pari a pari i grandi della terra, che ci giudicheranno solo da come eseguiremo i colpi, e non dal blasone o dal conto in banca. Ci pensino, le signorine in cerca di un buon partito: fu in questo modo che una sconosciuta e bruttina pittrice francese over 30 si accaparrò un prestante e ricchissimo quarantenne, sir Sean Connery. Basta non rovinare tutto cedendo alla tentazione di scattarsi un selfie davanti alla buca 9 dopo aver imbucato….
Barbara Ronchi della Rocca
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